Questo è un romanzo che si odia e si ama.
Un bambino narra la propria storia in prima
persona. Il protagonista è un bambino problematico, si rifiuta di mangiare
perché ha paura che una volta cresciuto i genitori lo mangeranno, è violento
con persone e animali, odia i genitori. Praticamente il classico bambino maleducato che meriterebbe un sacco di schiaffi, ma viene assecondato e difeso a spada tratta dalla madre in qualsiasi situazione (un caso, ahimè, assai diffuso al giorno d'oggi). Poiché non mangia, è un bambino
scheletrico e pallido con pochissime energie e viene preso di mira dagli altri
bambini, motivo per il quale non ha amici. Essendo narrata in prima persona, la
storia cattura la curiosità del lettore per i pensieri del protagonista.
Il linguaggio usato risulta troppo forbito
per essere quello di un bambino, fattore che rende il personaggio meno
realistico.
I capitoli molto corti rendono il romanzo
estremamente scorrevole, facilitandone la lettura in breve tempo.
Il finale, a mio avviso, risulta poco
chiaro.
Sebbene i contenuti della storia risultino
un po’ pesanti (a livello emotivo), è un libro che consiglierei. E’ scritto
bene e si legge in pochissimo tempo.
FINE.
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